Suvereto e la biodiversità umana


Suvereto porta nel cuore la ricchezza che solo le contaminazioni possono generare. La scorbutica Maremma qui diventa un laboratorio umano dove gli spigoli vengono smussati dalla gentilezza di contadini, transumanti, carbonai, artigiani, nobili e vignaioli.

Tra i luoghi iconici di Suvereto c’è la Rocca Aldobrandesca che domina e protegge il paese dal XII secolo. Oggi ospita un museo che racconta l’anima del luogo con un percorso coinvolgente per entrare in sintonia con il Genius loci suveretano: la Charta Libertatis (A.D. 1201…) che apriva con forza all’accoglienza di nuovi cittadini, lo spirito visionario di Elisa Bonaparte, le secolari migrazioni stagionali dei transumanti sono tappe importanti che hanno costruito nel tempo l’identità della comunità ispirata all’apertura verso il nuovo, il diverso, lo sconosciuto, anziché la tendenza alla chiusura o la contrapposizione che ha caratterizzato molti centri medievali.

In particolare la figura di Elisa Bonaparte, sposa del principe Baciocchi, costituisce uno degli elementi che narra alla perfezione l’apertura di questo territorio all’innovazione. Nella profonda Maremma, selvaggia e inospitale, la sorella di Napoleone si “inventa” nei boschi di Montioni un centro termale e un distretto produttivo con nuove tecniche di coltivazione; terreni pubblici, demaniali e religiosi vennero privatizzati per realizzare un nuovo progetto incentrato su vitigni sperimentali: siamo all’inizio dell’Ottocento e nella zona di Calzalunga la principessa di Lucca e Piombino nonché granduchessa di Toscana celebra il primo matrimonio di uve di Sangiovese con uve di Cabernet Sauvignon importando i vitigni francesi direttamente dall’Orto botanico di Marsiglia.

Il territorio suveretano è un museo vivente a cielo aperto che celebra la cultura contadina al di là degli stereotipi. In questa terra profumata di Maremma, di mare e macchia mediterranea i ritmi sono scanditi dalle stagioni e quotidianamente da albe e tramonti. Suvereto è un luogo antico e allo stesso tempo uno nuova frontiera per uomini e donne che hanno deciso di cambiare vita per avvicinarsi all’anima di una terra generosa che offre grandi opportunità. Mani operose, passione, ingegno e creatività sono gli aspetti umani che trasformano materie prime eccellenti. Grani antichi, miele, ortaggi, erbe aromatiche, olio extravergine d’oliva, formaggi narrano un territorio di fatiche e transumanze, ma anche di geniali intuizioni. Insieme al vino i prodotti della terra ispirano una cucina territoriale dalla profonda autenticità. Equilibrio, armonia, convivialità sono gli ingredienti a km 0 che sono alla base di un modus vivendi fondato sul ben-essere  e sul buon gusto.

Etruschi e romani avevano intuito la ricchezza e le potenzialità di una zona che per quanto poco estesa si caratterizza per un’eccezionale varietà di ambienti, un’importante complessità di suoli e un microclima ideale per produrre grandi vini. I produttori suveretani costituiscono le diverse anime di un unico territorio e riconoscendosi in un gruppo affiatato narrano una dimensione vinicola dalla forte personalità. Storie e provenienze diverse, famiglie storiche e giovani affascinati dall’idea di interpretare un microcosmo in cui le tradizioni contadine incontrano tecniche di coltivazione e produzione d’avanguardia sintetizzando la sensibilità verso madre natura e le conoscenze tecnologiche più innovative. Il risultato è una varietà di vini autoctoni e internazionali di grande carattere, sempre nel nome della sostenibilità. La biodiversità è l’elemento di valore di questa terra che si esprime con diverse voci e in grande armonia. E la biodiversità “umana” è l’elemento caratterizzante dei suveretani che viaggiano insieme unendo le loro esperienze costruendo un’identità fatta di terra e mani, memoria e visioni.